>> mercoledì Settembre 9, 2015

NOTIZIE DAL POLICLINICO: DEEP BRAIN STIMULATION PER L'HUNTINGTON

Recentemente, presso l’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, è stato effettuato un intervento di DBS o Deep Brain Stimulation su un paziente affetto da Còrea di Huntington.
Allo scopo di comprendere cosa comporti questa tipologia di trattamento, riportiamo una sintesi del comunicato ricevuto dalla Dott.ssa Mameli*, in cui è presente un contributo del Prof. Alberto Priori**, e dell’approfondimento inviatoci dal Dott. Dell’Osso***.
Sintesi a cura della Dott.ssa Elisabetta Caletti – AICH Milano Onlus
La tecnica DBS o Deep Brain Stimulation è una terapia basata sulla stimolazione celebrale profonda. Viene utilizzata come trattamento nella malattia di Parkinson e giudicata una strategia terapeutica sicura ed efficace.
La terapia consiste nell’impianto neurochirurgico di sottilissimi elettrodi intracerebrali in regioni profonde del cervello, la cui disfunzione determina i movimenti coreici. Tali elettrodi (della dimensione di una moneta) vengono connessi ad un piccolo stimolatore che viene impiantato a livello sottocutaneo, vicino alla clavicola. Per compiere l’intervento, il paziente viene sottoposto ad un’anestesia generale, per cui il trattamento risulta totalmente indolore. L’intervento ha effetti diretti a livello chimico nel sistema nervoso centrale: la DBS è una tecnica regolabile e reversibile e non lede in maniera irreversibile le aree interessate dell’encefalo, ma si propone di creare un effetto clinico simile attraverso la semplice stimolazione elettrica delle stesse. Una volta compiuto l’impianto chirurgico, la stimolazione viene attivata e viene mantenuta attiva nel tempo, poiché lo stimolatore ha una batteria che può durare per 5 anni circa.
Policlinico di MilanoNel 20% dei pazienti affetti da malattia di Huntington, i movimenti coreici risultano essere funzionalmente violenti e invalidanti: a causa di ciò la qualità della vita ne risente notevolmente, poiché lo svolgimento delle normalità attività quotidiane risulta compromesso (quali, ad esempio, la cura personale, l’alimentazione e l’attività motoria).
Nonostante la terapia farmacologica rappresenti un ausilio valido nel controllo dei movimenti involontari, in circa la metà dei pazienti con movimenti coreici gravi, i farmaci non sono efficaci o non sono tollerati. Per questo motivo è necessario sviluppare strategie terapeutiche alternative, come la Depp Brain Stimulation. Nei pazienti trattati con questa terapia, è stata riscontrata una riduzione dei movimenti coreici senza la comparsa di effetti collaterali o complicazioni (complicanze gravi si sono manifestate in meno dell’1% dei pazienti trattati).
Il trattamento con Deep Brain Stimulation può costituire un’opportunità terapeutica per alcuni pazienti con malattia di Huntington, sebbene attualmente la terapia non detenga supporti e riconoscimenti da parte del Servizio Sanitario Nazionale, cosa che non rende facile l’applicazione metodica del trattamento: sono comunque in corso di svolgimento protocolli clinici e di ricerca nei maggiori centri di ricerca di tutto il mondo.
*La Dott.ssa Mameli fa parte del Servizio di Neuropsicologia e Psicologia Clinica per i Disordini del Movimento, e del Centro Clinico per la Neurostimolazione, le Neurotecnologie ed i Disordini del Movimento della Fondazione IRCCS Cà Granda – Ospedale Maggiore Policlinico
** Il Prof. Alberto Priori fa parte del Centro Clinico per la Neurostimolazione, le Neurotecnologie e i Disordini del Movimento della Fondazione IRCCS Cà Granda – Ospedale Maggiore Policlinico
***Il Dott. Bernando Dell’Osso fa parte del Dipartimento di Psichiatria dell’Università degli Studi di Milano e della Fondazione IRCCS Cà Granda – Ospedale Maggiore Policlinico